DOVE SIAMO
PARMA 

Il nome deriva secondo alcuni da quello di tribù etrusche ( Parmii o Parmial ) secondo altri dalla voce latina parma/parmae, scudo rotondo in dotazione alla fanteria romana, che richiama pienamente la funzione strategica della città.

Nel luogo dove si svilupperà la città é stato ritrovato un insediamento dell'età del bronzo: una Terramara.

Nel IV secolo a. c. viene occupata dai Celti, in particolare dal popolo di Boi.

Nel 183 a.c.diventa colonia romana: lungo la via Emilia appena costruita, dalla quale partiva un cardo 'la strada delle cento miglia' che collegava Parma a Lumi, si insediano 2000 famiglie . Raggiunge la sua massima espansione in età imperiale e nel I sec. d.c. ottiene il titolo di 'julia' per la fedeltà dimostrata a Roma.

Dopo tre secoli di pace Parma subisce le conseguenze della crisi dell'Impero Romano ( l'imperatore Graziano stabilisce nella zone una tribù di barbari, i Tafali) , della guerra tra Costantino e Massenzio, dei saccheggi di Attila e della forza distruttiva dei Goti.

Rifiorisce durante il periodo bizzantino (539-568) durante il quale la città viene ribattezzata Chrysopoli (città d'oro), forse per la presenza del tesoro militare.

Nel 568 d.c. i Longobardi occupano Parma, insediano il duca e trasformano la città in un cento militare ed amministrativo.

Nel VII secolo d.c. i franchi sconfiggono i longobardi e il potere passa prima ai conti, poi ai vescovi tra il IX e il X secolo d.c,grazie alle concessioni di diritti pubblici da parte degli imperatori.

L 'antipapa OnorioII eletto dal partito filo imperiale, da inizio alla fabbrica del duomo appena fuori dal limite settentrionale della città romana.

Nel 1179 la piena sposta ad occidente il letto della Parma e si consolida un insediamento al di là del torrente, verso l'itinerario romeo transappennninico di monte Bardone.

Nel XII secolo Parma diventa un libero comune.

Nel 1248 I guelfi, che sono la maggioranza a Parma, capeggiati dalla famiglia Rossi, si ribellano all'imperatore Federico II e attaccano e distruggono la città imperiale e le truppe assedianti e trovano e si impossessano di un ambito trofeo: la corona imperiale che diviene simbolo del loro trionfo.

In questo periodo viene costruito il palazzo del Capitano del Popolo (1240) con leggiadre trifore ristrutturate poi nel novecento,

il bellissimo Palazzo del Vescovado in piazza Duomo.

Il XIII secolo d.c. è caratterizzato dal passaggio dal regime consolare a quello podestarile, dalla creazione di un codice statuario e dall'incremento delle corporazioni di mestiere.

Nel 1303 il controllo signorile sulla città fu conquistato da Ghiberto da Correggio la cui famiglia si alternò con quella dei Rossi nel dominio di Parma nei secoli XIV e XV.

Nel 1346 la città passa ai Visconti.

Nel 1447 subentrano gli Sforza che si servono di concessioni feudali per legare a sé le famiglie locali più potenti.

Nel 1521 entra a far parte dello stato Pontificio.

Nel 1545 Papa Paolo III Farnese crea il Ducato di Parma e Piacenza destinandolo al suo figlio illegittimo PierLuigi Farnese. Nel periodo farnesiano, si realizzano opere importanti come il Parco e il Palazzo Ducale,

il Palazzo della Pilotta con il teatro ligneo interno, la Cittadella militare, la riforma di Piazza Garibaldi, la riorganizzazione dello stato, il potenziamento dell'Università. In questo periodo diventano particolarmente famose le botteghe di pittura del Correggio e del Parmigianino che realizzano affreschi di meravigliosa fattura e contribuiscono a dare a Parma l'aspetto di una piccola ma magnifica capitale italiana.

Nel 1731 si estingue la famiglia Farnese.

Nel 1748 con la pace di Aquisgrana il fratello di Carlo I, Filippo sposa Luisa Elisabetta, figlia di Luigi XV e diviene duca di Parma, Piacenza e Guastalla.Quindi il ducato passa per discendenza femminile alla famiglia spagnola dei Borbone.

Grazie anche alle riforme in campo economico,fiscale, scolastico e culturale del primo ministro Guillaume du Tillot, Parma vive uno dei periodi di maggiore splendore.E' in questo periodo che viene realizzato lo stradone (ora Via Martiri della Libertà) adibito a passeggio pubblico e degno di una grande città e che la città si ipregna di gusto e cultura francese e tutto questo continua in epoca napoleonica.


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Nel 1801 con il trattato di Madrid, Napoleone Bonaparte annette il Ducato di Parma alla Francia e lo affida a Maria Luigia d'Austria, mettendolo così sotto la protezione dell'Austria.

Maria Luigia é molto amata dal popolo parmense e regge le sorti del Ducato fino al 1847, quando viene riassegnato alla linea parmense dei Borbone, con Carlo III di Borbone.

Louise d'Artois, figlia del Duca di Berry, ne assicura la reggenza fino al 1859.

Nel 1859 scoppiano manifestazioni popolari pacifiche organizzate dai liberali, favorevoli all'annessione del Ducato di Parma al Piemonte.Ben presto la Duchessa di Berry é costretta ad abbandonare la città, mentre viene dichiarata decaduta la dinastia borbonica e si organizza un provvisorio governo filopiemontese.

Nel 1860, tramite plebiscito, il Ducato passa al regno di Sardegna e quindi al Regno d'Italia. Con la costituzione dello stato unitario, Parma risentirà fortemente del declassamento da Capitale di Stato a semplice Capoluogo di Provincia, con una conseguente grave crisi sociale ed economica.Non si realizzeranno più s opere architettoniche ed urbanistiche di rilievo salvo alcuni sventramenti in parte favoriti dalle distruzioni belliche della seconda guerra mondiale e dall'abbattimento delle mura ma l'attività produttiva industriale ed artigianale inizia la sua ascesa soprattutto nel settore alimentare: si creano, infatti, alcuni marchi che diventeranno di rinomanza mondiale.

Nel parmanse , la produzione della ricchezza resta e resterà ancora a lungo,nel settore agricolo (nel 1921 occupa circa 116.000 individui contro i 37.000 occupati nel settore industriale.) con circa la metà delle attività nel capoluogo con operatori addetti alla trasformazione dei prodotti agricoli e alle piccole industrie metalmeccaniche specializzate nella produzione di macchinari agricoli e / o al trattamento di prodotti della terra.

 

L'entrata in guerra del 1915 porta lontano da casa gli uomini chiamati al fronte e la loro sostituzione da parte delle donne e dei ragazzi e questo porta alla formazione di una base operaia femminile emancipata dal lavoro. Nel parmense la guerra porta altresì ad un incremento della produzione industriale sia del settore agricolo che della manipolazione dei prodotti della terra.Nonostante il conflitto la borghesia di Parma non muta atteggiamento nei confronti del fascismo: non lo vede di buon occhio e per risolvere i conflitti sociali continua a far riferimento alla politica e ai dettami ideologici della potente Associazione Agraria Parmense.

In seguito all'inasprirsi delle violenze fasciste contro le organizzazioni e le sedi del movimento operaio e democratico, l'Alleanza del Lavoro ( organo di ampio fronte sindacale) proclama il per il primo Agosto del 1922 uno Sciopero Generale Nazionale in difesa delle libertà politiche e sindacali. Contro la mobilitazione dei lavoratori si scatena la violenza delle squadre fasciste lungo tutta la penisola.

La città diviene teatro di una resistenza armata alle squadre fasciste che, dopo 5 giorni di combattimenti, risulta vittoriosa: i lavoratori rispondono compatti allo sciopero e, forti delle tradizioni locali del sindacalismo rivoluzionario, mostrano ancora una volta grande capacità di mobilitazione e di combattività.

Durante la seconda Guerra Mondiale Parma si distingue per la Resistenza al fascismo e ottiene alla fine della guerra la Medaglia d'Oro della Resistenza, omaggio ai caduti nella lotta per la libertà, alle vittime delle deportazioni e dei bombardamenti.